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TusciaFood Diary, Episodio 7 – Alma Civita

We’re back in town, Tuscialovers! Occorre, però, procedere per gradi lo sappiamo, carissimi fan della Tuscia delle meraviglie. Era una classica giornata di fine febbraio, i fasti del carnevale avevano lasciato il segno e la testa cominciava a pensare all’avvento del mese che avrebbe annunciato la stagione della rinascita dei colori e della vegetazione. Era mattina in quel di Viterbo. Caffè e cornetto a scaldarci nelle prime ore del mattino. Scroll di rito dei social media di turno, occhi un po’ assonnati e un’altra giornata etrusca davanti. Interruzione dello scroll causa videochiamata improvvisa. È lui, il nostro food advisor dalle mille avventure. Ale ci appare in video. Comprendiamo che la situazione si fa tusciosamente interessante, non può essere altrimenti Tuscialovers.

Storytelling della call.

Ale! Ciao.”

Ragazzi, allacciate le cinture. Ho la breaking news del 2023. Si vola a Civita di Bagnoregio. Luogo del meeting al sapore di Tuscialove: Alma Civita Ristorante, nel cuore del borgo dei borghi d’Italia. Ci seguirà anche la tusciosissima Veronica Olivi, giornalista versatile e dalla penna elegante. Scriverà un reportage sul nostro format del cibo nostrano”

Pausa di ricognizione mentale. Presa di coscienza della notizia. Urla di gioia. Gesti digitali affettuosi. Siamo al delirio più totale. Appuntamento fissato e inizio del countdown. Ale, Tuscialove e la cucina della Tuscia scaldano i motori.

Quando si parla di Civita di Bagnoregio la pelle d’oca è un meccanismo automatico, quasi endemico. L’entusiasmo è incolmabile e inconciliabile con qualsiasi tipo di calmante.

Arriva il grande giorno. Siamo ormai a marzo. Saltiamo in macchina, prendiamo Ale e Veronica e inizia il viaggio alla volta della città che muore (ma quale morta, Tuscialovers! Civita è la nuova New York).

Il tempo fa i capricci, è cosa nota che marzo è pazzerello, proprio come quegli amori adolescenziali che sembrano non finire mai. Pioggia, nubi sparse e riscaldamento acceso. Tuttavia la Tuscia è sempre clemente con chi la ama profondamente, come se tra i due amanti ci sia un tacito accordo d’amore eterno. Infatti, nel momento in cui mettiamo piede nel territorio bagnorese il sole inizia a squarciare le nuvole e a irradiare il panorama più famoso del globo.

Oh Tuscialovers, come poter descrivere un tale spettacolo se non con un richiamo al poeta della musica Bob Dylan. Pare di essere i protagonisti della sua “Abandoned Love”, con quel suo groove lento, inesorabile e velatamente malinconico. Ma Bob Dylan è stato a Civita di Bagnoregio? Perché alcune sue atmosfere sono così in linea con essa.

Va bene va bene, fine del romanticismo. Vi sentiamo curiosi e affamati. Saziamo questa voglia di Tuscia.

Percorriamo l’arcinoto ponte che conduce a Civita. Tuscialovers, non ricordavamo che era lungo e serviva un fisico “alla Ale” per non avere il fiatone. Prontamente Ale ci esorta a non mollare. La fa facile la leggenda del food della Tuscia, lui è allenato a bomba! Sfruttando le sue doti da motivatore, gettiamo il cuore oltre l’ostacolo e tagliamo il traguardo. Siamo dentro.

Nel momento in cui si entra a Civita di Bagnoregio si capisce totalmente come si può amare con tutti i cinque sensi che la natura ci ha regalato. Rimanere impassibili è praticamente impossibile. Si dimenticano tutte le ansie che animano, immancabilmente, la vita di ciascuno di noi.

Temerari ed eccitati respiriamo questa vita che scorre tra le viuzze del borgo, facciamo l’amore con ogni piccolo dettaglio e in un attimo arriviamo alla tappa prefissata.

Alma Civita si trova in questi vicoletti che sussurrano storia e misteri della Tuscia. Col cuore in gola intravediamo il simpaticissimo e cordiale chef di Alma Civita. Maurizio Rocchi, ladies and gentlemen!

Maurizio ha gli occhi azzurri e uno sguardo gentile e rassicurante. Ci invita ad entrare a casa sua. Maurizio vive esattamente qui. Una scelta di vita. Una scelta che lo ripaga tutti i giorni, come ci confida lui stesso. Il ristorante è un luogo fatato, composto da due sale su due piani differenti, scavati nel tufo. Intimo, accogliente, romantico, stimolante e frizzante.

Maurizio ci porta dentro alla storia del suo ristorante che è inevitabilmente legata a quella di Civita di Bagnoregio. Lui è un bagnorese doc, Tuscialovers! E lo capirete immediatamente quando lo andrete a trovare. Sì, lo andrete a trovare dateci retta…

Panoramica degli interni completata, andiamo in cucina a conoscere il suo dream team. Facce sorridenti, umore rilassato e attrezzi del mestiere pronti a manovrare ingredienti locali, ricercati e che potete trovare solo qui. Le chiavi del successo di Alma Civita.

Bene, siamo caldi abbastanza per iniziare l’experience culinaria del 2023 da Alma Civita!

La prima fase del viaggio prende vita nella prima sala e prevede l’aperitivo e gli antipasti. Leggete bene, amici tusciosi! Maurizio ci ha preparato anche un aperitivo. Comodi e sereni aspettiamo con quel pizzico di frenesia che anticipa un grande evento.

Arriva Sergio, colto e appassionato boss di sala, con i due antipasti previsti:

  • Focaccia al rosmarino con fiocchi di sale nero e rosmarino. Ebbene, questa non è la solita focaccia, quella da battaglia tanto per capirci. Questa è la focaccia di Civita, Tuscialovers. Morbida, croccante nei punti giusti, calda, saporita e con il sale nero che gli consegna l’Oscar per migliore focaccia del 2023.

  • Ricottina di pecora con miele, cannella e nocciole locali. Questa ricotta è la droga del nuovo millennio. Al primo morso vi pervade il senso di freschezza che solo un prodotto della nostra terra può darvi. Dopo metabolizzi il gusto della cannella e della nocciola che ti lasciano un sapore in bocca che si concilia alla perfezione con le bollicine offerte da Alma Civita. Da sturbo, Tuscialovers.

  • Foglia di carasau con rocher di fegato e nocciole profumata al finocchio. Per gli amanti del fegato questo piatto è la vittoria al 90esimo minuto di una finale dei mondiali. Fegato e nocciole costituiscono quel binomio inaspettato che lascia tramortiti. Il finocchiello è, perdonerete la rima da rapper, il fiore all’occhiello di un antipasto sfrontato.

L’aperitivo ci lascia sensazioni oniriche e fa salire un’attesa intrepida per il proseguimento del viaggio.

Appare Sergio, Maurizio è in cucina a creare, e ci comunica che stanno arrivando gli antipasti. Evvai!

Elenco tuscioso:

  • Uovo di Alma: uovo all’occhio di bue, cremoso di porri e patate, tartufo nero, nocciole e fiori di campo. Une histoire pas facile à raconter, per dirla alla francese! Usiamo il francese perché questa portata è talmente classy, nel gusto e nella composizione, che richiama l’alta moda transalpina. Tripudio di colori e sapori. L’uovo è nascosto sotto questa coperta dalle tinte arcobaleno e una volta incontrato si contamina con gli altri ingredienti. Eccezionale veramente, Tuscialovers! Diego Abatantuono vieni qui e griderai la tua esclamazione di successo.

  • Tre modi di dire tartare: A parte che il naming è tusciosissimo ma la spinta che hanno queste tartare è fenomenale. Descrizione. Tartare numero uno: battuta di chianina con maionese locale e cipollotto caramellato. Tartare numero due: con pesto di funghi. Tartare numero tre: con frutti di bosco. Buone, appetitose, fresche, elementi bilanciati alla perfezione e accostamenti spumeggianti! #inevitabili

Nota beverina: bollicine e vino bianco per accompagnare questa prima parte del CivitaTrip.

Wow! E questo è solo l’inizio.

Arriva Sergio e ci comunica che per la seconda parte ci sposteremo nella seconda sala, avvolti nel tufo bagnorese. Se siete amanti delle cene al lume di candela in questa sala troverete il romanticismo tuscioso. Altro che Notting Hill! Hugh Grant e Julia Roberts sono avvisati.

Ciò detto, back in trip!

Arrivano i primi:

  • Tagliolino all’uovo al ragù bianco di cinghiale e cipolla caramellata. Planano sul nostro tavolo che fumano letteralmente, Tuscialovers. La cipolla ha un colore viola che accende il fuoco negli occhi, il ragù bianco entra nel corpo e nella mente. Dopo questo approccio che stordisce, arriva l’assaggio e qui si aprono le porte del paradiso. Ma come si fa a non godere di cotanta tusciosità? È la Tuscia che parla, quindi, zitti e gustare.

  • Cappellaccio alla bufala, tre consistenze di pera, noci, terra di cacao. Noi qui abbiamo mollato gli ormeggi e siamo partiti per l’isola che non c’è. Ci senti Peter Pan?! L’impiattamento, come d’altronde tutti i piatti, è come un quadro impressionista che dipinge il mondo per come lo vede Alma Civita. Il cappellaccio si allontana dalle forme idealizzate della cucina, ha una simmetria gastronomica tutta sua. In buona sostanza, è la tradizione che abbraccia l’universo di Maurizio.

Triplo salto mortale di gioia perché questa giornata è adrenalina pura, Tuscialovers!

E con questo mood arriviamo al secondo e al dolce. Eccovi serviti:

  • Filetto di maiale lardellato all’alloro e frutti del bosco. Se dici lardo dici felicità. Ed è così. Questo secondo rende giustizia ai palati più nasty ma senza dimenticare quella compostezza dei gusti che identifica la cucina di Alma Civita. E con i frutti del bosco la situazione si fa scoppiettante. Ola da stadio con tanto di grida trionfali.

  • Dulcis in fundo, il dolce. Torta di fagioli borlotti, crema e nocciole (questa cosa che le nocciole delle Hills sono ovunque ci fa volare, Tuscialovers). Il dolce è la fine di un pranzo regale dalle infinite sfaccettature. Buona, intraprendente e tusciosissima. Non poteva finire meglio, anche perché Maurizio ce la fa mangiare accompagnata da un passito di una bontà assoluta.

Finito, torniamo nella prima sala dove ad attenderci c’è di nuovo Maurizio che ha in mano una grappa home made. Ma che davvero?! Non ci si crede…calici in alto e brindisi tuscioso. Foto d’almanacco, mani che si stringono, sorrisi e felicità travolgente fanno da chiosa finale ad una experience da dieci e lode.

Ritroviamo i sensi perduti, abbracciamo di nuovo le vie di Civita di Bagnoregio e ci dirigiamo ad un altro appuntamento. Questa volta, però, non è il food il protagonista, bensì, un’altra chicca della città che muore che scoprirete solo seguendoci…alla prossima puntata, Tuscialovers!

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