Definizione classica di primavera: stagione dell’anno, tra l’inverno e l’estate, che nell’emisfero boreale va dal 21 marzo al 21 giugno, cioè dall’equinozio di primavera al solstizio d’estate.
Definizione tusciosa di primavera: uno state of mind perenne che comporta colori e risveglio dei sensi nel tuo cuore al sapore di Tuscia.
Va bene, Tuscialovers, siamo di parte ma voi dovete crederci e affidarvi al detto “provare per credere”.
Archiviate le ansie e le paure degli ultimi due anni legate al Covid-19 (ma quanto è brutto leggere anche solo il suo nome?!) e tuffatevi nelle sorprese della nuova California, la Tuscia. Vi verrà voglia di esclamare: “Hollywood sei fuori moda!”, una volta entrati in Tuscia, perdendovi tra le Hills, i Monti Cimini, e i prati sconfinati dell’Alta Tuscia che comprendono anche la maremma laziale. Toscana sei avvertita, la maremma ce l’abbiamo pure noi!
Ma non perdiamo tempo e volgiamo lo sguardo alla Tuscia. Partiamo dalle Hills che in primavera vi regalano atmosfere da film come quelle della natura tusciosissima della Faggeta Vetusta dei Monti Cimini. Preparate i cellulari perché qui rischierete di diventare tutti TikToker per i video che potrete realizzare. E’ bene ricordare che questo spettacolo naturalistico è patrimonio dell’Unesco. Dopo, con un appetito degno di tale nome spostatevi a Caprarola, la culla delle nocciola Tonda Gentile Romana (noi la chiamiamo “nocchia”), e qui una volta ammirato sua maestà il Palazzo Farnese, che fu residenza estiva di Luigi Einaudi, vi conviene fare il pieno di prodotti tipici a base di nocciole. E mica finisce qui perché se siete amanti della cucina tipica è giunta l’ora di consigli tusciosi. Carrellata di nomi da segnare: Da Antonella a Fabrica di Roma, Lina a Canepina, Il Poggio a Vallerano, La Baita proprio in Faggeta, il Ragno Rosso a Corchiano, L’Anima a Civita Castellana. Alt, Tuscialovers! Se avete caldo e state in difficoltà allora la soluzione è una: Lago di Vico. I paesaggi del lago di Loch Ness sono puro marketing a confronto.
E ora prendiamo il mezzo di trasporto che più vi piace e seguiteci in Alta Tuscia, senza dimenticare il centro medievale di Viterbo, San Pellegrino, che in primavera si veste di fiori che manco un vestito di D&G. Stiamo parlando di “San Pellegrino in fiore”.
Fatto questo salto urbano/medievale arriviamo nei pressi del Lago di Bolsena e qui il cuore vi arriverà fino in gola. Campi di grano, uliveti, colline che strizzano l’occhio alla Toscana, residenze storiche a destra e a manca, bikers, il Borgo fantasma di Celleno e strade alberate che vi lasceranno senza fiato. E ora? E’ tempo di cena e la brezza marina vi sta chiamando dalla costa della California italiana: Tarquinia e Montalto are calling you, Tuscialovers!
Ahi ahi… si sente profumo di fritturina di pesce in riva al mare. E allora forza, attraversate con noi la maremma laziale di cui vi parlavamo all’inizio e parcheggiamo in west coast.
Consigli tusciosi anche qui: visita all’allevamento di alpaca più grande d’Europa “Piani degli Alpaca”-”Piani della Marina” che è qualcosa di inimmaginabile, ristorante le Murelle a Montalto, ristorante La capanna del Buttero a Tarquinia, il Gravisca a Tarquinia Lido per una birra glaciale vista mare. Non vi dimenticate della civiltà etrusca che trova in Tarquinia il suo culmine di bellezza.
Ma, aspettate un momento, riavvolgiamo il nastro.
Siamo sicuri di essere in Italia? Sì carissimi e tusciosissimi Tuscialovers, avete ascoltato la musica giusta! Titolo dell’album: TusciaSpring.